Per la raccolta che stiamo curando in collaborazione con ConfiniOnline, oggi vi proponiamo un articolo che ci racconta quanto il fundraising per le organizzazioni non profit sia un campo ricco di opportunità, con una vasta gamma di strumenti a disposizione e quanto sia fondamentale una diversificazione delle strategie. Ce ne parla il Professore Davide Moro esperto in raccolta fondi e comunicazione sociale.
Se vi chiedessi di citare i primi tre strumenti a disposizione per le organizzazioni del Terzo Settore per fare raccolta fondi, quasi sicuramente la maggior parte di voi citerebbe gli eventi, le sponsorizzazioni aziendali e i banchetti con oggetti realizzati dai volontari o prodotti alimentari tipici della zona o del periodo dell’anno (ad esempio panettoni, uova, ecc.).
Nella realtà, il panorama degli strumenti a disposizione per la raccolta fondi è incredibilmente vasto e variegato, e si differenzia molto in base ai soggetti ai quali ci si rivolge, quelli che in gergo tecnico vengono identificati come i mercati del fundraising.
Se pensiamo agli enti pubblici (dai Comuni allo Stato, per arrivare fino agli organi internazionali) e al variegato universo degli enti di erogazione (dalle fondazioni bancarie alle fondazioni di comunità, passando per le fondazioni d’impresa/famiglie e i club service), sicuramente gli strumenti principali sono quelli che ruotano attorno ai bandi di finanziamento, ma ci sono anche altre opportunità come il co-finanziamento o l’utilizzo di tutti gli strumenti (ad esempio i fondi e le fondazioni ospitate) messi a disposizione dalle fondazioni che fungono da intermediari filantropici.
Se invece pensiamo agli altri due soggetti, le imprese (da quelle multinazionali a quelle locali, dagli artigiani ai commercianti) e le persone fisiche, possiamo scoprire che gli strumenti a disposizione sono moltissimi. Con le aziende non esistono solo le sponsorizzazioni e le richieste dirette, faccia a faccia, con i responsabili aziendali. In realtà, sempre più frequentemente, queste vengono sostituite da attività che rappresentano meno una semplice erogazione e che invece coinvolgono più nel profondo la dimensione aziendale, come il Cause Related Marketing (CRM), la co-progettazione e il co-business, oppure il coinvolgimento dei dipendenti attraverso il payroll giving con matching e l’employee fundraising.
Infine, quando un’organizzazione non profit vuole coinvolgere le persone fisiche nel sostegno alla causa, se riesce a superare l’idea spesso ben radicata nella mente per cui alla donazione deve corrispondere anche un qualcosa di valore che sia almeno il più possibile vicino a quello della donazione stessa (ad esempio la cena sociale, il panettone, l’oggetto fatto dai volontari, ecc.), avrà a disposizione una rosa di potenziali strumenti molto ampia, che parte dalle lettere cartacee o digitali, per arrivare alle campagne dei lasciti testamentari, passando per i colloqui personali, le attività di sollecitazione via telefono, il face-to-face, il 5×1000, le donazioni in memoria, il crowdfunding, le aste solidali, ecc.
Come si può vedere da questo breve approfondimento, il fundraising per le organizzazioni non profit è un campo ricco di opportunità, con una vasta gamma di strumenti a disposizione. La diversificazione delle strategie di raccolta fondi non solo consente di adattarsi alle esigenze specifiche dei diversi sostenitori, ma contribuisce anche a garantire la sostenibilità finanziaria nel lungo termine. L’abilità nello sfruttare questi strumenti in modo sinergico può fare la differenza nel raggiungimento degli obiettivi e nel perseguimento della buona causa.